Giacomo Leopardi e la crisi del 1819: disperazione o depressione?

La crescente medicalizzazione, ma forse dovremmo più esattamente dire biologizzazione, della depressione, ha portato a confondere situazioni umane profondamente diverse: come ad esempio l'episodio depressivo e la crisi di disperazione.

Confusione pericolosa e già segnalata per altri aspetti su questo sito ( vedi in Linee di Ricerca : "Vecchie e nuove psicopatologie: realtà o artificio?"), ma che in questo caso può risultare ancora più evidente se esaminiamo la crisi vissuta dal Leopardi nel 1819.

Crisi dovuta ad una serie di difficoltà oggettive, ma anche a numerose delusioni che lo spinsero fino al pensiero del suicidio. Ma Egli riuscì a superare e soprattutto elaborare questa crisi, che diverrà sicuramente la fonte della sua produzione poetica, ma anche della sua filosofia. Filosofia improntata al valore della fratellanza come rimedio rispetto alle inevitabili difficoltà della vita, fratellanza che lo farà rifuggire da qualsiasi incauto quanto inutile ottimismo, ma anche dall' atteggiamento rassegnato e rinunciatario.

Il Leopardi, oltre che uno dei massimi poeti del mondo moderno, è anche uno dei maggiori pensatori e filosofi del panorama italiano, forse l'unico che riuscirà a competere ed a essere ammirato dalla cultura europea dell' Ottocento.

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